estratti "...il 22 aprile, sono stati arrestati tredici agenti della polizia
penitenziaria accusati di “maltrattamenti, lesioni e falso ideologico”
nei confronti di almeno una decina di detenuti dell’istituto
penitenziario minorile Cesare Beccaria.
L’elenco
delle prove raccolte dai magistrati è lunghissimo e costituisce
un’enciclopedia dell’orrore. ...
Nell’ordinanza si legge: “Dopo che un gruppo di circa dieci agenti raggiungeva la cella” un poliziotto “apriva la finestrella del blindo” (la porta blindata della cella, ndr), chiedeva al detenuto di avvicinarsi “e gli spruzzava negli occhi uno spray al peperoncino“.
Sei poliziotti subito dopo “entravano nella cella e aggredivano” il ragazzo con “calci
e pugni su tutto il corpo e lo facevano cadere a terra, mentre lo
insultavano dicendogli “Sei un figlio di p*****, tua madre è una tr***,
sei un clandestino, ti faccio vedere io come fare il figlio di put****”,
una volta steso a terra, lo ammanettavano, continuando a colpirlo e gli
strappavano la maglietta, mentre il ragazzo tentava di difendersi con
un pezzo di piastrella“
Dopo averlo portato in una cella in isolamento un agente lo ha spogliato “lasciandolo completamente nudo e ammanettato; a questo punto” un altro poliziotto “toglieva la cintura” a un collega “e
lo colpiva con più cinghiate anche sulle parti genitali fino a
provocarne il sanguinamento, mentre” un altro agente “continuava a
colpirlo con numerosi calci“.
Il mattino successivo due agenti “lo
svegliavano per spostarlo dalla sua cella e lo colpivano nuovamente in
faccia con schiaffi e pugni insultandolo con termini quali ‘sei un
bastardo, sei un arabo zingaro, noi siamo napoletani, voi siete arabi di
merda, sei venuto ieri’; lo trasportavano in una cella singola ove lo
colpivano nuovamente in faccia e sul naso“.
Più o meno le frasi che 60 anni fa delle guardie lumbard
o piemontesi rivolgevano ai detenuti meridionali, napoletani in testa...
«Sono arrivati sette agenti, mi hanno messo le manette e hanno cominciato a colpirmi», racconta ai pm S. «Ho un problema con la spalla sinistra e mettendomi le manette me l’hanno fatta uscire». Poi uno schiaffo, un pugno, infine calci nelle parti intime: «Vedevo
tutto nero. L’ultima cosa che mi ricordo è che mi sputavano addosso.
Dopo mi hanno sollevato così, da dietro, dalle manette».
Come ulteriore premio ha ricevuto 10 giorni in cella d’isolamento, i primi tre senza materasso e cuscino.
«È normale essere picchiati al Beccaria» racconta A.
Una violenza sistemica, scrive la gip Stefania Donadeo nell’ordinanza d’arresto: «Le
violenze